
Caro Internet, ti scrivo
Maggio 8, 2020
Un fedele alleato
Gli aperitivi? Su Zoom. I film? Sulle piattaforme streaming. I concerti? In diretta Facebook. Le lezioni? Tramite DAD. Il lavoro? Da remoto.
Internet, in questa pandemia, ci ha “salvati” permettendoci di coltivare, seppur attraverso uno schermo, la vita sociale.
Lavoro
“Il più grande esperimento di smart working di tutti i tempi”
È così che è stato definito il lavoro da remoto derivato dall’emergenza sanitaria. E si è scoperto che circa 8 milioni di italiani fanno un lavoro che può essere svolto comodamente da casa. Prima del Covid-19, solo 500 mila applicavano lo smart working un giorno alla settimana.
Parliamo di lavoro, ma possiamo parlare anche di studio. La Didattica a Distanza si è sviluppata in maniera impressionate nel giro di pochissimo tempo, dimostrando che anche la formazione online è possibile e, grazie a internet, non si ferma.
Amicizia
Socialità non è solo mantenere rapporti di lavoro tra colleghi.
Socialità è anche – e soprattutto – ritrovi tra amici. E come possono avvenire questi incontri nell’anno corrente, 2020, in tempo di Coronavirus? Attraverso software di messaggistica istantanea e di VoIP (Hangouts, Skype), senza dimenticare chat di gruppo e videochiamate Whatsapp, l’app Houseparty per le videocall e i numerosi utilizzi dei social network…
Cultura
Ah, la cultura… questa dimenticata. Concerti, cinema, spettacoli teatrali… quale sarà il loro destino? Ai posteri (ma non troppo posteri, si spera) l’ardua sentenza. Nel frattempo, una connessione internet performante ci permette di entrare nei musei comodamente seduti sul divano, farci maratone di serie tv grazie alle piattaforme di streaming, divorare opere scaricate sui nostri lettori di libri elettronici, ballare in salotto con i dj set improvvisati in diretta Facebook o su Instagram, realizzare playlist su Spotify e condividerle con gli amici per diffondere il buonumore, di formarci con corsi online (spesso gratuiti).
Internet è stato – e lo è tuttora – il nostro fidato amico in questa situazione. Inutile negarlo. Ci ha permesso di vivere una vita “quasi” normale, pur nell’anormalità della situazione, perché abbiamo studiato, lavorato, imparato.
E ci siamo accorti che è un bene di cui dovremmo disporre tutti. Indistintamente.