L’accesso a internet oggi: c’è chi può e chi non può

Marzo 13, 2019

Il divario digitale

Accesso a internet come bene comune.

A identificarlo tale Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dei ministri.

Va bene, c’è da chiedersi, comparare l’accesso alla rete alla stregua dei beni globali, quali atmosfera, clima, sicurezza alimentare…?

La risposta è sì, perché utilizzare internet consente di esercitare quei diritti fondamentali che qualificano la cittadinanza, come il diritto di informare e di essere informati, il diritto di critica, il diritto di manifestare con libertà il proprio pensiero, il diritto di apprendere e studiare, di partecipare alla vita politica e sociale.

 

Una vera e propria disuguaglianza

Eppure ancora oggi, anno 2019, c’è un fenomeno che ha tutte le carte in regola per definirsi come “discriminazione” sociale e culturale: il digital divide, il divario digitale, vale a dire chi è escluso dal digitale – per volontà o per caso – e chi, invece, ne ha ampio e facile accesso.

 

Chi e cosa?

Dati alla mano, secondo una tra le classificazioni più avvalorate in merito, il digital divide può essere:

  • globale: c’è chi è nato dalla parte del mondo “più fortunata”, quella con facile accesso a internet e alle strumentazioni tecnologiche, e chi in quella dove l’accesso è limitato se non inesistente;
  • sociale: c’è chi è nato dalla parte del Paese più fortunata, quella più sviluppata in termini socioeconomici e digitali, e chi in quella dove mancano strumenti e connessioni ad hoc;
  • culturale: coloro che scelgono (per loro volontà!) di non avere internet;
  • democratico: c’è chi può partecipare alla vita sociale del Paese grazie alla conoscenza e all’utilizzo efficace degli strumenti telematici e di connessioni funzionanti e chi non dispone di strumenti adeguati per informarsi ed esercitare il diritto di apprendere e partecipare alla vita sociopolitica;
  • infrastrutturale: persone / zone non coperte da una connessione internet.

 

Un diritto

Lo stesso Consiglio sui diritti umani delle Nazioni Unite è arrivato a dichiarare Internet un diritto fondamentale dell’uomo e ha chiesto agli Stati di promuoverne e facilitarne l’accesso.

Quindi?

Oggi parlare di diritto di accesso alla rete e di lotta al digital divide non è fantascienza, ma realtà tangibile, nonché elemento prioritario per permettere un accesso, da parte di tutti, alle informazioni e una partecipazione attiva delle persone nel costruire società democratiche.

Come si muove Open Sky sul fronte digital divide?

L’azienda specializzata nell’internet via satellite porta ovunque e a tutti la banda larga rispondendo, così, al problema del digital divide che oggi affligge anche molte istituzioni.

Grazie a un segnale forte e chiaro che arriva in ogni angolo d’Italia, grazie a prestazioni eccellenti (50Mbps in download), e grazie a prezzi in linea con il mercato, Open Sky coinvolge tutti e porta alta la bandiera del “Nessuno Escluso”!